«Sono stato colto dalla sindrome di Stendhal: davanti ai capolavori mi commuovo e d’altra parte Totti è un’opera d’arte di ingegneria umana…».
Si chiama Alessio Avallone, e il suo pianto in curva colto dalle telecamere dopo la doppietta del capitano giallorosso contro il Torino ha fatto il giro del mondo. Con le emozioni forti dell’Olimpico ancora da smaltire, Alessio, ventiduenne studente di ingegneria elettronica all’università Roma 3, racconta al telefono all’Ansa la magia di una serata da incorniciare.
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